Al podere Zabina del Comune di Castel San Pietro Terme, si è concluso nei giorni scorsi “A cavallo per crescere insieme”, un progetto di attività assistita con gli animali rivolto ai bambini delle scuole dell’infanzia del territorio e a 17 bambini fragili dai 6 agli 11 anni.
«Un progetto potente sia da un punto di vista educativo che inclusivo – afferma Katia Raspanti, assessora a Welfare, inclusione e promozione del benessere di comunità, Scuola e Comunità educante – dove la professionalità delle educatrici ha fatto la differenza. Come amministrazione ci siamo dati l’obiettivo di prenderci cura di tutte le persone della nostra comunità, in questo caso di tutti i bambini rendendoli protagonisti attivi del loro percorso di crescita».
Il progetto, realizzato grazie alla collaborazione con l’associazione sportiva dilettantistica Cavalcavia e al finanziamento della Regione Emilia Romagna e del Comune di Castel San Pietro Terme, prevedeva due attività: la prima al mattino con oltre 200 bambini da 3 a 6 anni, che aveva come obiettivo principale creare un’esperienza inclusiva per bambini fragili e compagni di classe, in modo da favorire lo scambio relazionale e dare la possibilità a tutti i bambini di apprendere in modo ludico in un contesto naturale; la seconda al pomeriggio con i bambini delle scuole primarie, che aveva come obiettivo creare momenti di conoscenza tra i bambini fragili e gli altri bambini che frequentano i corsi pomeridiani del maneggio.
Come spiega la pedagogista del Comune di Castel San Pietro Terme Erika Panzacchi, «tutto il percorso è stato svolto in piccoli gruppi e con progetti individualizzati adeguati alle capacità e ai bisogni di ognuno. Le attività proposte sono state molto apprezzate sia dai bambini, sia dagli insegnanti e anche dai genitori che hanno subito richiesto la prosecuzione del percorso. Tra le tante esperienze fatte ricordiamo: “Circo in sella al pony”, “Cosa mangia il cavallo?”, “Animali in fuga dalla fattoria”, “Compleanno del pony”, “Cosa rende unico ciascun cavallo”, “Decoriamo l’albero in sella al pony” e altre ancora. Gli incontri del mattino sono stati possibili anche grazie alla disponibilità dei volontari dell’associazione Tradisan, a cui va il nostro ringraziamento, che si sono occupati del trasporto di bambini e insegnanti dalla scuola al podere e ritorno».
«Il percorso è stato molto utile, abbiamo osservato tanti piccoli miracoli - raccontano Giulia Bettini e Francesca Montanari, le educatrici che hanno ideato e condotto il progetto -: bambini che si aiutavano a vicenda per superare l’iniziale paura di salire in sella al cavallo; bambini che bussavano nel box e il cavallo rispondeva con un nitrito come per dire: “ciao, ti stavo aspettando”; bambini che prendevano consapevolezza delle loro difficoltà: “lo so che faccio fatica ad aspettare, ma ce la faccio”; bambini con gli occhi luccicanti di meraviglia e orgoglio per essere riusciti a comunicare col cavallo e a volte anche con la consapevolezza che, come succede tra gli uomini, non sempre la comunicazione è efficace perché “i cavalli non sanno parlarti, ma con il loro sguardo vogliono dirti qualcosa, solo che noi non sempre capiamo cosa vogliono dirci”. Le insegnanti hanno riferito di aver visto nei bambini il desiderio e la gioia nel prendersi cura dei cavalli; hanno visto bambini ansiosi rasserenarsi e sentirsi più sicuri di sé; bambini che al maneggio parlavano di più che in classe; bambini che si relazionavano di più tra loro e che, al ritorno a scuola, erano entusiasti di raccontare ai compagni l’esperienza vissuta».
Le educatrici Giulia Bettini e Francesca Montanari che hanno ideato e condotto il progetto
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